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Sono figlio di emigrati
e quindi sono nato ed ho vissuto in Francia dove ho studiato e lavorato
fino alletà di 21 anni. Tutti gli anni, con la famiglia,
venivo in vacanza in Sardegna e sin da piccolo sono stato affascinato
dalla terra sarda e dalle sue tradizioni. Della Sardegna amavo il
modo di vivere, la gente, le feste paesane, la musica, la natura
e tutte le cose genuine che ancora vi si trovavano.
Nel 1978
mi decisi a tornare definitivamente, ma solo dieci anni dopo, andando
a visitare il museo di Don Giovanni Dore, presi coscienza di tutto
il patrimonio culturale e musicale che si andava perdendo.
Un giorno, un amico di Simaxis mi mostrò come si contruiva
una bena semplice, così come la faceva sin da
ragazzo. Allora provai, per la prima volta, a costruire unancia.
Dopo vari tentativi infruttuosi, riuscii a fare uno strumentino
funzionante e quasi accordato. Fu in questo modo quasi casuale che
nacque la mia passione Presi allora a copiare
strumenti antichi aiutandomi con il libro scritto da Don Dore (Gli
strumenti della musica popolare della Sardegna). In seguito mi furonoi
prezioni gli insegnamenti del maestro Giovanni Casu di Cabras e
del maestro Buseddu di San Vero Milis - da cui appresi molti segreti
sulla costruzione delle launeddas. Con landare del tempo ed
un po di fantasia ho iniziato a rielaborato modelli esistenti
e creato nuovi modelli, addentrandomi sempre più nelle sonorità
sarde.
Nel 1998 conobbiPino
Martini che non aveva ancora formato la sua band Tancaruja, ma aveva già scelto di vivere molti mesi dell'anno a Seneghe. Lui mi ha introdotto
ai misteri della musica e mi ha spinto a suonare gli strumenti che
costruivo. Ora assieme a Pino e con Sandro Putzolu, suono nel Trio
"Bentu seneghesu". |